«Storia divertente». Così, oggi, Matt Emmons parla della sua storia. Quella della carabina da tre posizioni, che l’ha visto per tre volte crollare all’ultimo tiro. La prima, ad Atene 2004, addirittura sparando nel bersaglio di un altro. La seconda a Pechino, e fu quarto. La terza, a Londra, almeno gli procurò il bronzo, che per lui, abituato a vincere e spesso all’ultimo tiro, era comunque un successo. Era la prima medaglia olimpica. In “Olimpiche” ci sono tutti gli aspetti dell’incredibile storia di questo campione, che oggi sarà impegnato nella finale della carabina da tre posizioni e che oggi vive in Repubblica ceca con la moglie Katerina (conosciuta proprio ad Atene e campionessa olimpica nel 2008, peraltro).
«Amo quello che faccio – ha detto in una delle sue ultime interviste, rilasciate al Guardian – Penso che sia la cosa più importante per ogni atleta. Non si tratta di medaglie. Semplicemente, quando riesco ad eseguire il colpo nel modo in cui lo sogno, è una sensazione meravigliosa». In questo modo insegue l’oro olimpico, sapendo che anche se lo dovesse vincere non gli darà la felicità. Quella ce l’ha già, perché per lui la felicità non è un obiettivo ma un modo di affrontare la vita, che l’ha portato pure a dover superare un cancro alla tiroide. A Londra, mentre i giornalisti parlavano del suo ennesimo fallimento, sorrideva. «Ho due medaglie olimpiche (ha anche vinto un oro a terra, ma non ne parla mai nessuno), cosa c’è di sbagliato nella mia mentalità?»
Si è preparato bene per Rio. Si è allenato anche con la nazionale ceca di biathlon, dove si spara sia in piedi sia a terra. «Vivere in Europa è conveniente. Ci sono tante fabbriche per i materiali». Ha imparato anche la lingua. Ha vinto praticamente tutte le gare dell’ultimo anno. «Sta tirando benissimo» dice Nicolò Campriani, che ha vinto a Londra ispirandosi proprio a lui e che ci perdonerà se stavolta tifiamo per Matt. L’americano si è adattato prima e meglio di lui alle novità della specialità: i punteggi si azzerano prima della finale e non puoi sparare quando vuoi tu. Campriani infatti è un perfezionista. «Sparo solo quando mi sento a posto». Ora invece dovrà sparare quando deve. Ma intanto un oro l’ha già vinto ed Emmons lo ha festeggiato con un tweet, celebrando «il mio buon amico Campriani». Oggi Matt Emmons è favorito, perché la carriera e la vita gli hanno insegnato ad adattarsi. «La sfida – dice Campriani – non è stringere i denti, ma provare a trovare un gioco in tutto questo. A divertirsi». Una storia divertente, appunto.
Tutta la storia di Matt Emmons, ma proprio tutta, è su “Olimpiche – Storie immortali in 5 cerchi”.