Dice: che ci fa il golf alle Olimpiadi? Obiezione che inizia ad avere sempre meno senso, dato che fa riferimento a una visione superata non solo dello sport, ma delle stesse Olimpiadi. Poi è chiaro, il golf, come il tennis e il calcio, sconta il fatto che i Giochi non rappresentano il massimo livello possibile. Però anche il golf alle Olimpiadi ci regala storie non meno significative di altre discipline. Come quella di Gary Player, 81 anni, capitano del Sudafrica, uno di quelli che si è scagliato con più forza contro i giocatori che hanno rinunciato a partecipare al torneo olimpico.
Gary Player è un grandissimo. E’ stato uno dei giocatori (player, appunto) che, con Jack Niclaus e Arnold Palmer, ha reso popolare il golf. Che gli ha dato tanti soldi e tante soddisfazioni. Ma non gli aveva ancora dato quella che ha vissuto a Rio, cioè la possiblità di partecipare alla cerimonia d’apertura di un’Olimpiade. L’unica volta in cui era stato vicino all’atmosfera a 5 cerchi fu nel 1956, a 21 anni, pochi giorni dopo aver vinto in Australia un torneo importantissimo che diede la svolta alla sua carriera.
Di quei giorni, però, ricorda il suo incontro con Jesse Owens, che nel 1956 era a Melbourne come rappresentante del presidente Usa Eisenhower. «Fui molto orgoglioso di incontrarlo – ha raccontato alla NBC – Lui è una persona che ha contribuito a cambiare in meglio il mondo. Mi ha raccontato che in quei giorni cercò di dare il meglio di se stesso per dimostrare a Hitler che i pensieri che aveva su di lui e su tutti i neri erano sbagliati. Mi ha detto che ebbe l’apprezzamento degli avversari e della gente, di tanti tedeschi, ma non quello di Hitler».
Pochi giorni dopo, Player iniziò a partecipare ai suoi primi Masters. E a vincere. «Ma ho sempre tenuto le Olimpiadi in grande considerazione. Unisce le persone di tutto il mondo. Nelson Mandela diceva che lo sport può cambiare il mondo e questo è vero. Vedi, appunto, Jesse Owens. Per il ricordo che ho di quei giorni, le Olimpiadi sono sempre state una parte importante della mia vita. E sono orgoglioso di tornarci 60 anni dopo per provare un’esperienza che nessun giocatore di golf in vita ha mai provate. Chi ha detto di no forse guadagnerà qualche soldo in più. Ma quelli se ne andranno, mentre quell’emozione gli sarebbe rimasta dentro per sempre». Parola di Gary Player, 81 anni.
Se questa storia olimpica vi è piaciuta, in “Olimpiche, storie immortali in cinque cerchi” ne trovate molte altre…
Credo che il Golf abbia perso un occasione per dimostrare attaccamento allo spirito olimpico. Tante defezioni e sicuramente il pensiero massimo e’ vincere un Major o la Fedex Cup. Inganna la classifica che vede il meglio sul podio, giocatori di alto valore per carita’, ma quella sensazione che il rientro dopo tanti anni potesse annusare un profumo migliore, e’ macchiato e mascherato, un travestimento di carnevale.
Altro sport che non mi convince e’ il calcio maschile, squadre fasulle e nemmeno l’humor tennistico mi riempie le tasche di applausi, sempre per l’effetto importanza dato ai Major.
Queste perplessita’ per difendere a spada tratta tutte quelle discipline piccole, dicono, che si cibano e si abbeverano di sole Olimpiadi.
Parlando di 5 cerchi ho due ricordi dove le lacrime sono scese copiose dal Fumaiolo, il primo e’ la finale a Barcellona di pallanuoto contro la Spagna super favorita, anche da arbitri, il secondo e’ il quartetto di sci di fondo che zitti’ i norvegesi sul filo di “lama” , menzionando il guerriero De Zolt.
La staffetta di Lillehammer ha smosso tanti cuori, hai ragione… Sul Golf sto con te: occasione stra-persa, peccato. Il calcio sconta il fatto che, essendo un torneo organizzato dal CIO e non dalla FIFA, le società non sono obbligate a mandare i giocatori…