Alcuni atleti sono sinonimo di invincibilità. Uno lo chiamavano cannibale apposta, come Eddy Merckx. 525 gare vinte in carriera. Uno che correva sempre su due ruote, ma col motore, ha vinto 15 titoli mondiali e ben 123 gran premi in 14 anni. Se dici in giro che c’è stato uno meglio di Valentino Rossi non tutti ci credono. Edwin Moses nei 400 ostacoli ha vinto 122 gare consecutive. Tiger Woods è stato per 600 settimane primo al mondo. E si potrebbero fare anche altri nomi.
Ma questo è periodo di Olimpiadi, quell’invenzione meravigliosa che sposta i riflettori anche là dove non ci sono quasi mai. Come nella lotta libera, dove a Rio la giapponese Kaori Icho (categoria 58 chili) è diventata la prima donna della storia dei Giochi olimpici a vincere 4 medaglie d’oro in 4 edizioni consecutive dei Giochi. Impresa riuscita ad altri tre atleti, ma tutti maschi Al Oerter (Lancio del disco, dal 1956 al 1968), Carl Lewis (Salto in lungo, dal 1984 al 1996) e Michael Phelps (200 misti, dal 2004 al 2016).
Aggettivi come cannibale e invincibile possono essere usati anche per lei, dieci volte campionessa del mondo e capace di non perdere un incontro in 13 anni. La prima sconfitta, però, le era capitata proprio quest’anno, a gennaio, in Russia. Le avversarie hanno scoperto che si poteva battere e lei si è scoperta vulnerabile. L’ha capito la sua avversaria nella finale di Rio, la russa Zhobolova, che è stata in vantaggio fino a pochi secondi dalla fine dell’incontro, quando però la giapponese è riuscita a liberarsi della sua presa e a fare la mossa vincente per passare dall’1-2 al 3-2.
E cosa dice un invincibile quando vince dopo aver perso? «Mi manca la mia mamma». Se n’è andata l’anno scorso, senza averla mai vista perdere. «Ma so che mi guarda sempre da lassù. Anche stavolta mi stava guardando. E’ stata lei che mi ha aiutato a ottenere quei punti alla fine». Già, quando sarà la fine? Adesso, a 33 anni, da prima donna a vincere 4 ori in 4 edizioni consecutive dei Giochi? O a Tokyo nel 2020? Gliel’hanno chiesto. Non ha risposto.
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