La Gand-Wevelgem è la classica per i velocisti. Ma non parte da Gand e non sempre finisce col gruppo compatto. La classica che collega le Fiandre orientali e quelle occidentali nei primi anni Ottanta partiva ancora da Gand (Gent in fiammingo) e non da Deinze, un posto a 20 chilometri da Gand. Erano anni in cui, esaurite le imprese di Moser (compresa la vittoria a Wevelgem nel 1979), gli italiani raccoglievano pochino da quelle parti.
Da un po’ di tempo però si sta mettendo in luce un giovane velocista, che da poco è passato alla Carrera. Ha ancora 24 anni quando, il 4 aprile 1984, riesce a resistere all’attacco portato dalla Panasonic sull’unica salita della gara (che non è poco: il Kemmelberg è 1 chilometro di pavè e ha punte da oltre il 20% di pendenza). Anche perché lui, pur essendo grande e grosso, riesce a digerire bene gli strappi, se sono brevi. Col tempo imparerà anche a gestire bene le lunghe salite dei grandi giri, risparmiando energie per poi vincere numerose tappe allo sprint. Ma questa è un’altra storia. Bontempi sta per diventare grande qui, nelle Fiandre. Dopo l’attacco della Panasonic estano in 20, tra i quali il campione del mondo Lemond e Vanderaerden, per il quale si è mossa tutta la Panasonic. In volata, però, Bontempi gli passa davanti e ci resta, deviando all’ultimo la traiettoria. Tocca Vanderaerden o no? Chi lo sa. Il belga protesta tantissimo. Però Bontempi vince e non sa che il meglio deve ancora venire.
Il meglio arriva due anni dopo, nel 1986. In tanti provano a evitare la volata. E quando accade così, in corsa per la vittoria alla fine restano in pochi. In fuga ci sono Jean-Marie Wampers e Adri van der Poel, che però perdono tempo a marcarsi a vicenda e, poco dopo lo striscione dell’ultimo chilometro, si fanno raggiungere da Bontempi e Imboden. E’ lui il primo a provarci, ma è poco lucido e si fa rallentare addirittura da una moto. Poi parte Guido “Ciclone” Bontempi e non lo ferma più nessuno. Vince per la seconda volta. Per trovare un italiano in grado di vincere questa classica due volte bisognerà aspettare Mario Cipollini.
UUUUHHH Guidone.