La foto è stata scattata in un bar di Roma, durante i Giochi olimpici del 1960. I due personaggi facilmente riconoscibili sono i neri: Jesse Owens e Floyd Patterson. Il bianco, però, non è un atleta meno leggendario degli altri due. E’ Edward “Eddie” Eagan, campione olimpico nella boxe ad Anversa 1920, categoria mediomassimi. Di umili origini, come molti pugili, era riuscito a costruirsi qualcosa anche al di là del pugilato, come non tutti i pugili. Studi di legge a Yale, Harvard e Oxford, avvocato e colonnello dell’esercito durante la seconda guerra mondiale. Non ha mai conosciuto il padre, morto in un incidente ferroviario quando Eddie aveva solo un anno, non ha mai avuto figure maschili di riferimento a parte una: Frank Merriwell, il personaggio creato da Gilbert Patten per una fortunata serie di racconti pubblicata su un settimanale e che hanno reso Patten il più fortunato autore di romanzi “dime” (“da quattro soldi”, si potrebbe tradurre. Di soldi però Patten ne ha fatti molti, dato che si stima che abbia venduto circa 500 milioni di copie dei suoi libri). “Non fumo e non bevo perché Frank non ha mai fumato o bevuto” ha scritto Eagan nella sua autobiografia, pubblicata nel 1932, anno del suo secondo successo olimpico.
Due ori nella boxe a 12 anni di distanza? No. Con la boxe aveva già chiuso e peraltro ai Giochi del 1924 era stato eliminato al primo turno, non riuscendo a replicare l’impresa. Qualche soddisfazione se l’era comunque tolta, ad esempio vincendo vari titoli americani e facendo da sparring partner a Jack Dempsey senza diventare mai professionista. E allora, in cosa avrà vinto – vi starete chiedendo – a Los Angeles 1932? Niente. Non solo non ha vinto nella boxe, ma non ha vinto neanche a Los Angeles.
Nel 1932 infatti a Lake Placid si disputano i Giochi olimpici invernali e la squadra americana di Bob a 4 ha un grande problema. Un membro dell’equipaggio infatti si è ritirato e il bob a 4 non si può fare in 3. Un altro membro della squadra però, Jay O’Brien, è buon amico di Eagan e lo invita a cena. “Una notte – ha raccontato Peggy, la moglie di Eagan – Eddie tornò a casa dalla cena e disse: indovina un po’? Sono nella squadra di bob degli Stati Uniti”. Piccolo particolare: Eagan non è mai salito su un bob in vita sua. Jay però lo conosceva bene e sapeva che si era sempre dimostrato bravo in tutti gli sport che aveva provato: tennis, scherma, nuoto e perfino wrestling, oltre al pugilato. “Eddie non conosceva la paura – ricorda sempre Peggy – cercava il brivido”. Andate su un bob a 4 del 1932 a 70 miglia all’ora. Eccolo, il brivido. “Dopo pochi allenamenti il team si comportava come se fossero stati insieme per anni”.
Eddie Eagan ha disputato solo quattro gare di bob in vita sua. Le eliminatorie e la finale dei Giochi di Lake Placid 1932, che fu disputata qualche giorno dopo la conclusione delle Olimpiadi perché faceva troppo caldo e le condizioni erano pericolose. E pensare che uno dei motivi per cui fu scelta Lake Placid per l’organizzazione era proprio perché era una delle poche località ad avere già una pista di bob. Eddie Eagan le ha vinte tutte e 4 e poi si è messo a fare l’avvocato. “Ma la finale di Lake Placid – ha ricordato anni dopo – sarà sempre vivida nella mia memoria. E’ durata due minuti, a me è sembrato un secolo. Anzi, una vita. Ricordo il terreno coperto di neve che sembrava lampeggiare. A pochi centimetri da terra, senza alcun senso di sicurezza, mi sono aggrappato alle cinghie. Le mie mani sembravano scivolare. Ma riuscivo a stare aggrappato”. Ha ragione Peggy, gli piace il brivido. Anche agli altri tre. Il guidatore Billy Fiske è stato anche un pilota di combattimento, Clifford Gray, nato Percival Davies, ha cambiato nome altre tre volte in vita sua, Jay O’Brien è noto anche come fantino, giocatore d’azzardo e playboy. “Eravamo una stella cometa di acciaio con quattro piloti che sfrecciano nell’aria”. Non si sono più rivisti tutti e quattro insieme. Ancora oggi Eddie Eagan è l’unico atleta ad aver vinto una medaglia d’oro sia ai Giochi olimpici estivi sia in quelli invernali.