La scelta di Jaden Rock, che si chiamava Agassi

(Da Il Romanista del 13-01-2019)

Il padre dei padri viene dalla Lousiana, aveva avuto un padre che lo guardava mentre veniva picchiato a sangue senza muovere un dito per aiutarlo, guardò in tv Virginia Ruzici intascare 40mila dollari dopo aver vinto il Roland Garros e disse alla moglie: “Se avremo una figlia, giocherà a tennis e diventeremo ricchi”. Ne ha avute addirittura due, Venus e Serena. Se elenchiamo i loro successi, finisce il giornale. Richard Williams ha programmato tutto. Allenamenti con palle sgonfie, bambini pagati per insultarle, così con palle nuove e pubblico contro, a loro sarebbe sembrato tutto più facile. Infatti Serena non ebbe problemi a battere Amelie Mauresmo proprio al Roland Garros, con 20mila persone contro. A volte ha anche programmato quale delle due dovesse vincere, in base alla convenienza del momento, in alcune delle tante finali in cui si sono sfidate. Duro, sì, ma non ha mai alzato un dito contro le figlie.

E purtroppo nel tennis femminile sono troppi i padri che l’hanno fatto e poche le figlie che si sono ribellate. Una su tutte, Jelena Dokic. Botte e vessazioni di ogni tipo, anche farla dormire all’aperto perché, pur avendo vinto la semifinale di Wimbledon, aveva giocato male. Ha raccontato e denunciato tutto, rotto i rapporti col genitore, oggi sorride. Succede anche in piscina. Kateryna Zubkova si salvò solo perché fu ripresa dalle telecamere mentre il padre la picchiava perché non si era qualificata per la finale dei 50 dorso ai Mondiali di Melbourne 2007. Fu squalificato e allontanato.

Mamme vincenti

Ci sono anche le mamme, naturalmente. Ad oggi la storia perfetta sembra essere quella di Mikaela Shiffrin. A 23 anni ha già in bacheca 2 coppe del mondo di sci e 5 ori tra Mondiali e Olimpiadi. La mamma Eileen, ex sciatrice, la segue, la gestisce, la allena, si dedica completamente a lei. Lo fa gratis e a quanto pare funziona. Felix Neureuther, 5 medaglie mondiali tra Gigante e Slalom, non aveva le idee chiare da giovane: giocava a calcio di nascosto. Costretto a scegliere, con due genitori come Christian Neureuther e Rosi Mittermaier, entrambi (soprattutto lei) ex sciatori di livello, si è votato alle nevi. Ha funzionato, ma non lo allena nessuno dei due genitori. Maria Rosa Quario, ex protagonista della valanga rosa, fa la giornalista, scrive articoli sulla figlia Federica Brignone sia quando vince sia quando perde, la consiglia solo su richiesta, ha imparato la giusta distanza

Funziona o no?

Ha funzionato per poco invece il binomio mamma-figlio tra Renée Felton e Andrew Howe, che dall’orecchio da cui gli arrivavano costantemente inviti a farsi seguire da altri tecnici, non ha mai voluto sentire. La sua carriera, infortuni compresi, sarebbe stata diversa? Non lo sapremo mai. Il rapporto tra i due è sempre stato solidissimo, ma non è detto che abbia funzionato. I gemelli Ingebritsen, dominatori del mezzofondo, sono seguiti dal padre, come lo era Sebastian Coe, oggi capo della Iaaf. Funziona e funzionò.

Non c’è una regola, insomma. Marco Tamberi allena sia il figlio Gianmarco sia Alessia Trost, nel salto in alto, ma nell’ultimo anno lei ha ottenuto risultati migliori di lui. Giorgio Cagnotto ha fatto diventare la figlia Tania una campionessa, ma ha anche saputo capire quando era il momento di metterla in mani diverse. Graziano Rossi, ex motociclista di ottimo livello, ha messo in moto il figlio Valentino, lo ha portato in giro per tantissimi circuiti, ma non ha mai fatto una vacanza insieme a lui. Si separò dalla moglie e, parole sue, “il nostro rapporto da allora è diventato diverso, come se la parentela fosse finita”. Ma anche lui ha saputo capire qual era la giusta distanza con cui seguire la carriera del figlio e spesso una mano, extra pista, gliel’ha data.

Riscatto

C’è di tutto, tra queste storie. Adriano Panatta non sopportava di venire chiamato “Ascenzietto” da Nicola Pietrangeli. Ascenzio Panatta era il custode del campo e quando Panatta batté Pietrangeli nella finale dei campionati italiani molto probabilmente lo ha fatto per riscattare il padre. Damon Hill lo ha perso a 15 anni il padre, Graham. Si è ritrovato povero e ha usato lo stesso mezzo del padre per tornare ricco: vincere il Mondiale di Formula Uno. Avrà invidiato Nico Rosberg, che ha sfilato a Monte Carlo insieme al padre Keke, dopo averlo emulato.

Amici e avversari

E’ complicato, insomma. “A volte i genitori non sanno cosa è meglio per i figli”, disse il papà di Mark Lenzi dopo che il figlio aveva vinto la medaglia d’oro nei tuffi a Barcellona 1992. Avevano rotto i rapporti perché lui non voleva che Mark scegliesse quello sport. Forse a volte è meglio prenderla alla leggera. Dino Meneghin ha perfino giocato contro il figlio Andrea, una volta gli ha dato il cinque durante una partita mentre stava commentando per la Rai. Quasi come Santo Condorelli, nuotatore canadese naturalizzato italiano. A chi fa il dito medio prima di scendere in vasca? Al padre, che risponde con lo stesso gesto. Ma è uno scherzo.

Se poi a volte le colpe dei padri ricadono sui figli, a volte attraverso i figli lo sport si vendica del padre. Yannick Noah, tennista più popolare di Francia, nel 2011 accusò i tennisti spagnoli di essere tutti dopati. Qualche mese dopo il figlio Joakim, cestista nella NBA, è stato squalificato per doping.

La scelta di Jaden

A volte funziona a volte no, il rapporto tra genitori e figli, nello sport. Come nella vita, non è semplice. A pensarci bene, però, il ruolo di “padre dei padri” da quando è uscita la biografia di Andre Agassi “Open”, non appartiene più a Richard Wiliams, ma a Mike Agassi. Che non ha letto il libro del figlio, perché è analfabeta, ma se lo è fatto leggere. E cosa ha detto quando ha letto di aver fatto odiare il tennis al figlio con la sua severità? “Lo rifarei, perché lui doveva diventare un campione”. E si è fatto scrivere un altro libro. “Indoor”, in cui racconta la sua versione dei fatti.

Chissà, magari chi ha capito tutto è Jaden Rock. E’ un adolescente che gioca a baseball, ma il suo vero cognome non è quello. E’ Agassi. Figlio di Andre e Steffi Graf.

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