È italiano, ma è nato a Cuba. Non ne ha nostalgia, ma è lì che è tornato per preparare i Giochi olimpici. «Sono strano», dice di se stesso Frank Chamizo, lottatore nello sport e nella vita. Una vita che inizia 24 anni fa a Matanzas, a circa cento chilometri da L’Avana. La mamma ne deve fare molti di più, di chilometri. Su e giù con la Spagna, per guadagnare qualcosa per la famiglia. «La vedevamo una ventina di giorni all’anno – ha raccontato a Sportweek – Siamo stati allevati da nonna Omaria». E il padre? Se n’è andato quando Frank aveva due anni.
Frank non era un bambino tranquillo e ne porta ancora i segni. «Ho più cicatrici di un soldato».
Non stava mai fermo, ma una volta si fermò in una palestra rimanendo affascinato dalle evoluzioni dei lottatori e dai loro colpi. Lui di botte ne ha prese subito dopo. «Dovevo tornare alle 4, ma rientrai a casa alle 7». Finita la punizione, chiede alla nonna di poterci tornare, lei dice no e lui ci torna lo stesso. Il suo destino è lì, anche se lui ancora non lo sa. Il padre, infatti, era stato un lottatore, ma lui lo ha scoperto solo dopo essere diventato professionista. «Mi dicevano: hai lo stesso stile di tuo padre. Ma io rispondevo che mio padre non faceva il lottatore. Un giorno invece mi telefonò e iniziò a raccontarmi tutti i suoi risultati».
La lotta l’ha tolto dalla strada e poi l’ha tolto da Cuba. Lo esclusero dalla Nazionale per aver fallito il peso, aveva sgarrato di un etto. Lui allora ha detto addio direttamente alla nazione e alla nazionalità, grazie all’aiuto di Dalma Caneva, atleta italiana e sua fidanzata. All’inizio è lei che vuole andare a Cuba, alla fine è lui che va in Italia. Dalma de Cuba. Frank diventa italiano per matrimonio, che ora è finito anche se i due si sentono ancora. Lei non è riuscita a qualificarsi per Rio, troppi problemi fisici. Frank vive a Ostia ed è tornato a Cuba per allenarsi, perché lì il livello è più alto.
All’Italia ha già dato un titolo mondiale, a Las Vegas (il padre è stato il primo ad abbracciarlo), e anche in quell’occasione si era allenato a Cuba. «L’Italia mi ha dato tutto, mi sento coccolato, forse perché vogliono che vinca una medaglia». Lo vuole anche lui, che vive al centro federale di Ostia. «L’Italia è bella, mi piace mangiare e vivere qui». Magari addenta una medaglia, domenica 21 agosto…
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