Spyridōn Louīs era un pastore che partecipò casualmente alla prima maratona olimpica della storia, quella di Atene 1896. La vinse non casualmente, dato che era il più veloce di tutti e dato che nella maratona non c’è mai nulla di casuale. Centoventi anni dopo, però, un altro atleta greco ha partecipato casualmente alla maratona olimpica. Michalis Kalomiris è un avvocato con la passione per la corsa che un giorno su internet ha scoperto che era stato convocato dalla Nazionale greca per la maratona olimpica di Rio 2016. Ha fatto “refresh” varie volte, ha spento e riacceso il computer, ma niente da fare: il suo nome era sempre lì.
Intendiamoci, Michalis Kalomiris non è proprio scarso. Diciamo che tra i non professionisti è uno dei migliori, perfino troppo veloce per essere definito “tapascione”. Il 22 marzo 2015 corse a Roma in 2h29’30”, ottenendo il suo primato personale che da tempo, come tutti i podisti di qualsiasi livello, cercava. Ma più che il suo tempo, a sorprendere fu la sua posizione: arrivò ottavo. Quel giorno, infatti, in tanti si ritirarono o comunque soffrirono molto il tempo inclemente, freddo e piovoso. Anche tra i più forti, magari per evitare di spendere energie e provare a dare il massimo in un’altra gara con un clima migliore. Niente male, insomma. Ottavo classificato e primato personale. Tempo ben lontano, però, dal minimo richiesto dalla federazione greca per essere convocato ai Giochi, cioè 2h19’00”.
C’è una cosa, però, che l’avvocato Kalomiris non sapeva. La legge non ammette ignoranza, ma la corsa sì. Una clausola della IAAF, infatti, concedeva la facoltà alle federazioni di lasciare uno dei tre posti riservati alla squadra olimpica ad atleti che avessero terminato tra i primi 10 almeno una delle maratone certificate “Iaaf Gold Label”, tra le quali anche quella di Roma. E la federazione greca ha scelto di premiare Kalomiris, nonostante qualche comprensibile malumore tra maratoneti greci che avevano fatto tempi migliori del suo.
L’avvocato Kalomiris, 29 anni, ottenuto un permesso dal suo studio legale, alla partenza era vicino a Kipchoge, Lilesa e Rupp, i tre atleti che hanno occupato il podio. All’arrivo era un po’ più lontano, centotrentaduesimo classificato in 2h27’03”. Quasi mezz’ora in più rispetto al vincitore (Kipchoge, appunto), sette minuti in più rispetto a Hristoforos, il primo greco, e una mezz’oretta in meno rispetto a Spyridōn Louīs 120 anni prima. Da pastore ad avvocato, il passo è quello del maratoneta.
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