È arrivato il giorno dell’edizione numero 47 della maratona di New York. La “Mecca” per gli appassionati di corsa, da fare almeno una volta nella vita, la più divertente e coinvolgente di tutte le maratone, eccetera eccetera. Pare che tutto ciò che si dice sulla maratona di New York sia vero. Tranne una cosa. Che questa non è l’edizione numero 47, ma la numero 46. Solo una volta, infatti, dal 1970 a oggi, non si è disputata. Nel 2012, quattro anni fa, anche allora a due giorni dalle elezioni presidenziali, proprio come oggi.
Pochi giorni prima c’era stato l’uragano Sandy e le notizie che arrivavano in Italia non erano certo rassicuranti. Tranne una. «La maratona si fa», dicevano negli USA e ci assicuravano via mail tutte le agenzie di viaggio presso le quali sei obbligato a passare se vuoi avere il pettorale. Quindi siamo partiti. E in effetti, una volta giunti a New York, tutto sembrava confermarlo. Mezzi pubblici e corrente elettrica c’erano, le strade erano sgombre, Manhattan, Brooklyn e il Queens non portavano alcun segno della devastazione che veniva descritta sui giornali. Il New York Road Runners club dell’ineffabile presidentessa Mary Wittenberg e il sindaco Michael Bloomberg annunciavano di aver già contattato ditte private per fornire l’assistenza necessaria ai podisti in maniera tale da non gravare sulla forza pubblica impegnata altrove.
Mary Wittenberg e Michael Bloomberg sono due persone che sanno fare bene i loro conti. Lei l’anno prima aveva addirittura proposto di far disputare la maratona in due giorni, per raddoppiare gli iscritti. Cinquantamila domenica e cinquantamila lunedì. Lui, lo sapete, è solo l’ottavo uomo più ricco al mondo secondo Forbes. I conti non tornavano solo al villaggio maratona, quando a ritirare il pettorale si vedevano persone di ogni nazionalità, tranne una: gli americani. Che pure, anche se l’evento attira naturalmente persone da tutto il mondo, sono pur sempre la maggioranza dei partecipanti… strano. O forse no? «I newyorchesi non vogliono la maratona, hanno altri problemi a cui bisogna pensare!» tuonavano in quei giorni i candidati alle elezioni presidenziali Barack Obama e Mitt Romney. Si sarebbe votato due giorni dopo (proprio come oggi) e i due candidati avevano deciso di cercare voti facendo vedere di essere dalla parte della gente che aveva subito i danni dell’uragano. Pochi, in verità. Almeno a New York, dato che, come ci raccontava la gente, era stata fatta adeguata prevenzione e chi aveva riportato danni un po’ se li era cercati, perché, soprattutto a Staten Island, si era rifiutata di abbandonare le proprie case non avendo creduto all’allarme.
Tant’è, due giorni prima della gara, arriva l’annuncio. «La maratona non si fa», dicono Mary Wittenberg e Michael Bloomberg. Insomma, i presidenti americani corrono (lo abbiamo raccontato in questi giorni), ma se sono candidati preferiscono non far correre. Era l’unica cosa sulla quale erano d’accordo. «I newyorchesi non la vogliono». Non sembrava, quella domenica mattina, quando siamo usciti tutti per correre, chi facendosi 4 giri di Central Park, chi attraverando Manhattan fino al Ponte di Brooklyn e ritorno, chi ovunque volesse. I newyorchesi ci applaudivano, ci salutavano, ci offrivano i rifornimenti spontanei così come fanno sempre durante la maratona.
Domenica scorsa la maratona di Rieti è stata giustamente annullata perché il terremoto era arrivato poche ore prima. Domenica 4 novembre 2012, invece, la maratona di New York è stata ingiustamente annullata, solo ed esclusivamente per motivi politici. Ed è stata annullata il 2 novembre 2012, a causa di un uruagano avvenuto 6 giorni prima. Possibile che ci siano voluti 6 giorni per decidere? Nel frattempo, però, tutti i podisti stranieri erano arrivati, portando con sé i circa 350 milioni di dollari di indotto che genera la manifestazione, anche se poi non si fa. Mary Wittenberg e Michael Bloomberg, si diceva, sanno fare i conti.
PS: la sera del 4 novembre 2012 al Metlife Stadium, per la partita di football dei New York Giants, c’erano 80mila persone. Il doppio degli iscritti alla maratona.
Presidenti americani che corrono, le puntate precedenti: