Super Bowl a Houston, con New England Patriots e Atlanta Falcons. Da un certo punto di vista, è già successo. Due delle tre cose insieme le ritroviamo senza andare neanche tanto indietro nel tempo: 1 febbraio 2004, il giorno in cui Janet Jackson s’è scoperta un po’ troppo durante l’halftime show. Giocavano i New England Patriots, a dinastia non ancora iniziata anche se due anni prima avevano già vinto il titolo battendo – da sfavoriti – i Rams. Si giocava in Texas, dove, come ha raccontato un ex giocatore degli Houston Texans, “la percentuale di persone che la propria giornata per non perdersi un minuto di una partita di football, è semplicemente più alta che altrove”. In una Houston umida come sempre, per colpa delle acque sotterranee su cui è stata costruita.
C’erano i Carolina Panthers, a rendere dura la vita ai Patriots. Durissima, perché la partita era stata un continuo vantaggio di New England e pareggio di Carolina, passata avanti solo in un’occasione, per un punto (22-21). A posteriori, probabilmente in quel momento va ricercata la ragione della sconfitta, dato che tentarono, fallendo, la trasformazione da due punti. Tant’è, l’ultimo drive offensivo dei Patriots inizia sul 29-29 e 1’08” da giocare. Brady riesce a portare i suoi sulle 41 yard avversarie, con 4” da giocare. Con un field goal si può vincere la partita e il kicker Adam Vinatieri, che è famoso più per i suoi avi, tra cui il capobanda del reggimento del generale Custer, che per la precisione del suo piede, ci riesce. I New England Patriots vincono 32-29 e tutti parlano di Brady, di Vinatieri, dei ricevitori e di come erano stati bravi i Patriots a proteggere il loro quarterback.
Sì, ma gli Atlanta Falcons cosa c’entrano? Ci arriviamo. Nessuno parlava però della storia più strana di quel Super Bowl, che ho scoperto leggendo l’irrinunciabile “Football&Texas” di Roberto Gotta (Consigliatissimo). Il “long snapper” dei Patriots, cioè l’uomo che ha lanciato il pallone a Vinatieri, a inizio stagione non c’era. Aveva 38 anni e aveva smesso da 2 stagioni, ne aveva giocate 13 in NFL ma in un altro ruolo ed era dal 1991 che non lanciava snap lunghi. Solo che, quando sia il titolare sia la riserva erano finiti ko, nello staff tecnico di New England si erano ricordati di lui. “Perché non interrompi per qualche mese la tua brillante carriera di insegnante di religione e ti rimetti casco e spalliera?”. Brian Kinchen, perché è di lui che stiamo parlando, accettò. La tensione era tanta. A colazione si ferì la mano mentre si spalmava il burro nel toast ed entrò in campo con un laccio elastico che bloccasse la circolazione nei pochi secondi destinati allo snap.
Bisogna essere precisi. Basta una piccola imprecisione nello “sparare” il pallone e il kicker può sbagliare facilmente. Vinatieri non sbagliò anche perché Kinchen non sbagliò. “Se questa partita fosse arrivata a metà della mia carriera sarei stato più tranquillo – aveva dichiarato il giorno prima – invece ora, dopo più di due anni in cui mi ero scordato del football, vale molto di più. E penso a mio fratello Todd. Nel 1999 disputò il Super Bowl, ma andò male”. Il fratello giocava negli Atlanta Falcons.
Houston, New England Patriots e Atlanta Falcons. E’ già successo.