La finale del torneo olimpico di pallanuoto di Roma 1960 è come la finale dei Mondiali di calcio del 1950. Non fu mai disputata, dato che in entrambi i casi si trattava solo dell’ultima partita di un girone finale. La differenza è che l’Italia non avrebbe comunque potuto perdere, dato che iniziò l’ultima giornata con 4 punti, precedendo Jugoslavia (2), Ungheria (1) e URSS (1). La vittoria dell’URSS sulla Jugoslavia, però, fece in modo che alle 22.50 nella piscina del Foro Italico scendesse in campo una squadra già sicura di aver vinto la medaglia d’oro.
L’Ungheria era la grande favorita, aveva vinto le due edizioni precedenti del 1956 e del 1952, oltre a quelle del 1932 e 1936. Ma ha compromesso le sue possibilità pareggiando 3-3 con l’URSS. In mezzo s’era messa solo l’Italia del 1948, quando, a Londra, nacque il termine Settebello. “Ci chiami così” disse Gildo Arena a Niccolò Carosio, dato che il nucleo della Nazionale era composto da giocatori della Rari Nantes Napoli che passavano il tempo in treno a giocare a carte. L’Italia è allenata dall’ungherese Zolyomy, ha battuto Romania (4-3), Giappone (8-1), Emirati Arabi (9-4), Germania (3-0), URSS (2-0) e Jugoslavia (2-1). L’ultima partita finisce 3-3, con l’Ungheria che va in vantaggio 2-0 ma che alla fine deve accontentarsi del pareggio e della medaglia di bronzo.
Festeggia l’Italia, compreso Gigi Mannelli, il più giovane. Ha 18 anni e dopo gli allenamenti deve fare i compiti. Sarà per tre volte capocannoniere della Serie A italiana ed è scomparso oggi, a 78 anni. Resterà sempre vivo nel ricordo di una squadra cui nessuno avrebbe potuto portare via la medaglia d’oro. Neanche Ghiggia e Schiaffino.
Mannelli… anni 80 , vincitore dell’Open d’Italia di golf.. potrei dire una boiata, vado a naso.