Apocalypse snowboard. Sì, è ciò che è successo nel Super Gigante femminile, che ci regala una delle storie più incredibili di questi Giochi di PyeongChang. Quella di Ester Ledecka, giovane sciatrice ceca, che scende col numero 26 e batte di un centesimo Anna Veith, che aveva già esultato e stava concedendo le interviste di rito. Le big erano già scese tutte e molte avevano sbagliato, come Lindsey Vonn, Sofia Goggia e Lara Gut. Le tribune esplodono, l’Austria è sconvolta, non si aspettava certo di perdere l’oro così. E lei di certo non si aspettava di vincere. “Scusate se non tolgo la maschera – dice in sala stampa – non mi sono truccata, non pensavo di partecipare alla cerimonia”. Un commento sulla prestazione? “Cosa ho fatto? Sono andata giù dalla pista. Nei miei sport devo fare così”.
I miei sport. Ha detto così, prima di andare ad allenarsi per il suo secondo sport, che poi in realtà è il primo. Lo snowboard. Già, perché la campionessa olimpica di SuperG, che fino a oggi non era mai salita sul podio di una competizione di sci alpino, non è una sciatrice. O, meglio, è una dalla doppia vita sportiva, che si divide tra tavola e sci. La smorfia di incredulità quando ha visto il risultato la dice tutta. Le fosse capitato nello snowboard sarebbe stato più normale, dato che ha già vinto due mondiali, l’ultimo nel gigante parallelo, dove sarà in gara domani, da favorita. Per riscaldarsi, intanto, ha già portato a casa un oro in uno sport che pratica solo da due anni, sciando come se avesse la tavola sotto i piedi. Nelle 19 gare disputate finora non aveva mai fatto meglio del settimo posto nella discesa libera di Lake Louise, lei che è cresciuta a Spindleryv Mlyn, vive a Praga, suona chitarra e pianoforte (se non fa due cose insieme non si diverte), si allena tra Pec e il Colorado e in estate gioca a beach volley in Grecia. Sarà il cognome, quasi come Katie
Ledecky, che più ori nella stessa edizione di mondiali e olimpiadi li vince, sì, ma nel nuoto. Sarà il dna. Il nonno Jan Klapac vinse due medaglie olimpiche con la Nazionale di hockey (argento a Grenoble 1968 e bronzo a Innsbruck 1964), la mamma Zuzana era una pattinatrice mentre papà Janek è un cantante. L’hanno messa sugli sci a 3 anni, ma a 5 ha provato con lo snowoboard e tra le due cose ha scelto di… non decidere. E il bello è che di solito tra sciatori e snowboarder c’è una rivalità incredibile. Nel 2013, ai tempi dei due ori ai Mondiali juniores di snow, si è conquistata un posto anche nella nazionale di sci. Le chiedevano cosa avrebbe scelto, lei rispondeva di voler continuare con tutti e due. E aveva ragione. “Più semplice il cambio dagli sci allo snowboard, in due giorni torno ai miei livelli – racconta – Dallo snow agli sci è più complicato, i miei allenatori dicono che scio come una snowboarder e che vado sulla tavola come una sciatrice”.
Ora può entrare nel mito. Solo due atleti, infatti, sono stati capaci di vincere due ori in due sport differenti nella stessa edizione dei Giochi: i norvegesi Thorleif Haug (combinata nordica, 18km e 50km di sci di fondo a Chamonix 1924 – edizione che peraltro divenne la prima dei Giochi invernali solo dopo essere stata disputata) e Johan Grottumsbraten (combinata nordica e 18km di sci di fondo a St. Moritz 1928). Se dovesse vincere nel gigante parallelo, insomma, riscriverebbe la storia dello sport mondiale.